dario pompei
domenica 9 ottobre 2011
venerdì 29 aprile 2011
"RONCIGLIONE CHE NON C'E'": RECUPERO DELLA CHIESA DI SANTA LUCIA IN VICO
Nell’A.A. 2008/2009 durante il corso di Laboratorio di Restauro tenuto dalla prof.ssa Marina Docci, nelle sedi della Facoltà di Architettura L. Quaroni, Università la Sapienza di Roma, gli studenti laureandi Dario Pompei e Michele Bianchini hanno affrontato il progetto per il recupero e la valorizzazione del complesso ecclesiastico e naturalistico della chiesa di Santa Lucia in Vico, Ronciglione (VT).
Dapprima è stata affrontata la ricostruzione storiografica del piccolo borgo dei Vico di cui la chiesa fa parte. Il Borgo nato dopo la distruzione del Castello di Vico sul monte, detto oggi “Castellaccio”, si formò a poco a poco, ospitando famiglie di pescatori e contadini, finché fu eretta la chiesa. Il villaggio, del quale oggi non rimangono che poche rovine, fino alla fine del secolo XVIII utilizzò la chiesa di S. Lucia come parrocchia.
La chiesa di Santa Lucia al lago di Vico è di difficile datazione, non ci sono documenti che ne certifichino la costruzione. L’architettura interna testimonia le influenze della famiglia Farnese, innanzitutto nello stemma del Cardinale Alessandro, posto sopra l’altare maggiore e sorretto da due colonne in marmo lavorato. Tra le due colonne era posta la pala attribuita a Cesari Giuseppe detto Cavaliere D’Arpino: “Il crocefisso con madonna e santi”, ora custodito nella chiesa di S. Maria della Pace a Ronciglione. Il pavimento era composto da parte di una transenna marmorea a fasce intrecciate che arieggiavano le frecce carolingie, simili ad altri due pezzi che si trovano nel campanile di S. Andrea in Ronciglione, ma ritenuto in pessime condizioni è stato sostituito da piccoli mattoncini in cotto.
Durante le fasi di studio preliminari richieste del Corso sono state analizzate le murature e lo stato di degrado della chiesa secondo studi in loco e successivi sviluppi grafici di modellazione 3D, seguiti da ipotesi di consolidamento e risanamento di tutto l’edificio storico.
estratto delle tavole d'esame |
Successivamente, terminato il Corso Universitario, il progetto è stato approfondito e ripensato nello studio d'architettura "Deltastudio Progettazioni" di Ronciglione, di cui gli studenti sono ora i responsabili. Qui il progetto ha affrontato il tema della progettazione, uno studio che potesse in qualche modo valorizzare la chiesa e le sue pertinenze secondo criteri paesaggistici e bioclimatici. Il progetto ha affrontato diverse tipologie d’intervento, dal recupero della facciata, l’innesto di un percorso espositivo e la ricostruzione in chiave moderna della vecchia torre d’avvistamento situata alle spalle della chiesa di cui oggi ne rimangono poche macerie.
estratto delle tavole d'esame |
L’innesto prevede la realizzazione di una struttura in acciaio e vetro, che abbraccia su due lati la chiesetta, sino ad arrivare al rudere della vecchia torre. La struttura che si estende per un totale di 50 metri per 3,40 metri di larghezza, ospiterà il percorso espositivo del nuovo complesso museale di S. Lucia, un percorso al quale sarà possibile accedere sia dall’interno della chiesa che dall’esterno, proprio sul fronte di questa, attraverso un ingresso che per la creatività della soluzione e la sorprendente scelta dei materiale non passa di certo inosservato allo sguardo dei passanti che costeggiano il lago. Infatti la parte iniziale del percorso è interamente rivestita con lastre di rame patinate in verde. Il risultato finale costituisce un particolare punto di richiamo e d’attrazione.
Proseguendo nel percorso la struttura si alleggerisce con un rivestimento in lastre di policarbonato e vetro a doppio involucro, lastre esterne in vetro satinato con caratteristiche fotovoltaiche in copertura e lastre in policarbonato in prospetto. Queste sia in copertura che in prospetto saranno serigrafate con lo stesso motivo che ha accompagnato il rivestimento in rame, un disegno che nasce dalla forte presenza del verde circostante che si ramifica avvolgendo tutta l’estensione e oltre. Un esempio di come architettura ed arte entrino in un’esemplare simbiosi - come dall’interazione fra progetto costruttivo e forma scultorea possa nascere una singolare soluzione per l’accesso ad un edificio museale.
estratto delle tavole d'esame |
Il progetto prosegue poi con l’innesto di una struttura in acciaio sull’originaria torre d’avvistamento dell’ormai scomparso villaggio, facente parte del patrimonio della chiesa di S. Lucia. L’idea dell’intervento nasce dalla volontà di restituire al rudere l’ingombro originario nonché quello di trasformare la torre in un faro luminoso cangiante, grazie a un sistema di illuminazione a base di lampade led, che funga da richiamo per il nuovo centro museale di S. Lucia, data la posizione isolata della chiesa all’interno della riserva naturale del lago di Vico.
Il progetto, a base quadrata, avrà un altezza complessiva di 14,20 m per una larghezza di 2,40 m e andrà ad occupare la zona interna della torre . L’anima in acciaio, composta da scatolari da 6 mm, poggia su un basamento di calcestruzzo da 10 cm d’altezza.
Il rivestimento a base di vetro serigrafato autopulente integra celle fotovoltaiche che avranno la stessa forma e disposizione della serigrafia e saranno integrate in due vetri extrachiari. L’impianto sarà in grado di produrre circa 3,5 kW, che immessi in rete con il resto della centralina del nuovo polo, consentirà di abbattere i costi dell’energia. Le vetrate fotovoltaiche, a base di vetro temperato e stratificato saranno posizionate anche nella parte superiore dove sarà realizzata una copertura utilizzando il medesimo sistema adoperato per le quattro facciate.
Si tratta dunque di una struttura estremamente leggera, di limitato impatto ambientale, capace di produrre energia e allo stesso tempo donare energia al contesto al fine di una riqualificazione di una parte di lago rimasta finora sterile.
Lo scorso anno durante i festeggiamenti di Santa Lucia preso la chiesa il progetto è stato presentato ai partecipanti con una installazione temporanea riscuotendo un notevole successo.
Dario Pompei
Lo scorso anno durante i festeggiamenti di Santa Lucia preso la chiesa il progetto è stato presentato ai partecipanti con una installazione temporanea riscuotendo un notevole successo.
Dario Pompei
foto dell'installazione |
foto dell'installazione |
foto dell'installazione |
foto dell'installazione |
i progettisti |
venerdì 15 aprile 2011
Schifano e il computer...
Non molto tempo fa, circa nel mese di ottobre, si è svolta presso il museo MACRO a Roma la mostra di Mario Schifano intitolata "Sotto Sopra", che proponeva per la prima volta inedite polaroid, fotografie, fotocopie a colori, per lo più dipinte, intrecciate a immagini manipolate tratte da giornali e riviste, al fine di restituire idealmente e fisicamente il laboratorio di un artista, se così limitatamente lo si può definire, straordinariamente attuale che è stato protagonista del XX secolo.
Ultimamente e precisamente l'11 aprile 2011, si è svolta la settima lezione del corso di Progettazione Architettonica Assistita tenuto del prof. A. Saggio, dove è stato affrontato il tema del computer e la sua evoluzione, quindi dalle prime macchine IBM e MAC al più recente Ipad.
Ad unire i due temi sopra citati è proprio il computer e più precisamente il monitor, l'interfaccia, uno dei soggetti principali nell'opera di Schifano degli anni '90. A tal proposito vi propongo questa fotocopia a colori ritoccata da Schifano presente al MACRO che mi sembra riassumere il tema discusso in facoltà.
Un frammento della Cappella Sistina di Michelangelo, che dal dito della creazione, come in una nuova genesi, fa esplodere un arcobaleno di flussi elettronici che si collegano al monitor del computer, quasi ad indicare la possibilità di interfacciare con la macchina soltanto attraverso l'uso delle dita.
mercoledì 13 aprile 2011
lunedì 4 aprile 2011
domenica 3 aprile 2011
Vespa 65imo anniversario di un mito tutto italiano
Il risveglio di questa mattina è stato accompagnato da un chiassoso e vivaccissimo complesso di clacson di circa un centinaio di vespa, diversi erano i modelli dai diversi colori che sfilavano in strada, uno sciame di Vespisti fieri della loro passione e del proprio "gioiello".
Proprio oggi ricorre in 65imo anniversario di quel mito italiano che è La Vespa, lo storico modello di scooter della Piaggio, brevettato il 23 aprile del 1946 e diventato il simbolo di una modernità italiana, che ancora oggi nonostante lo scorrere degli anni resta uno degli esempi di design industriale più riuscito nella storia.
La sua linea, pur variando nei diversi modelli che si sono succeduti, rimane inconfondibile nell'insieme, le sue caratteristiche fondamentali, lo scudo frontale, la bombatura laterale, perfino quel difetto di mancato equilibrio dovuto alla posizione del motore, rimangono impresse a tal punto che il simbolo Vespa è identificabile in modo univoco.
Quando quest'estate sono stato a New York e precisamente al MOMA, Museum of Modern Art, era lì, un'opera d'arte tra le opere d'arte del design mondiale, unica ed inconfondibile, così vecchia e così moderna, capace di rappresentare un'epoca ed una società, descriverne gli usi e i costumi, capace essa stessa di esistere perchè FUNZIONA.
giovedì 31 marzo 2011
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